Rigore e
precisione. Assoluta perfezione nella ricerca formale e dell'occupazione
spaziale. Queste le caratteristiche salienti che potrebbero racchiudere
il modo di fotografare di Aldo. La sua produzione fotografica è sempre
permeata da una attenta e oculata ricerca, mai nulla è lasciato al caso.
Anche quando si pensa che la composizione sia l'elemento preponderante
in tutta la scena, Aldo riesce a calibrare colori e cromie per
aggiungere quel tocco in più che sbanalizza, rende viva, inusuale,
accattivante e, perché no, graffiante, la visione di una facciata, di un
intreccio di volumi, di colonne che si alzano verso la volta di
un'imponente cattederale.
E non si pensi che in tutto questo la figura umana non sia presente: in tutte le occasioni in cui Aldo ha trovato modo di riprenderla, è diventata parte integrante della sua visione strutturale del mondo, diventandone allo stesso tempo protagonista minimale e termine di confronto per le dimensioni e le occupazioni spaziali.
Imbattersi in una immagine di Aldo è come rendersi conto, in maniera lampante, che ogni linea, ogni inclinazione, ogni sovrapposizione, si possa piegare e appoggiare alla volontà di un occhio fotografico e di un'abilità compositiva fuori dal comune. E così deformazioni prospettiche che si poggiano su una chirurgica simmetria centrale, punti di fuga che conducono lo sguardo repentinamente verso l'infinito, sono elementi unici delle visioni ad ampio respiro. Così come lo sono i componenti più piccoli, ripresi molto più da vicino, come metalliche chiavi inglesi, corrimano, panchine che si stagliano su pavimenti in legno, profili di ponti e scale: ogni cosa, ogni curva, ogni segmento è osservato, studiato, e solo alla fine intrappolato in una struttura complessiva che riesce a strappare applausi ed approvazioni, anche in chi non mastica molto questo genere di foto così rigorosa e formale.
Visioni particolari di spazi inusuali, rampe di scale, aperture verso l'alto, spigoli di edifici, strutture che riprese da determinate prospettive diventano altri oggetti, estraniandosi dalla loro realtà, sono il 'quid' che contraddistingue un autore, e un genere fotografico, che poggiandosi su tanto rigore e su invidiabili scelte cromatiche, ormai sono la firma inconfondibile di un abile ladro di immagini della realtà più nascosta, sebben più esposta agli sguardi di tutti, che forse non sappiamo osservare con tanta arguta attenzione.
Con Stima,
ZioMauri29
E non si pensi che in tutto questo la figura umana non sia presente: in tutte le occasioni in cui Aldo ha trovato modo di riprenderla, è diventata parte integrante della sua visione strutturale del mondo, diventandone allo stesso tempo protagonista minimale e termine di confronto per le dimensioni e le occupazioni spaziali.
Imbattersi in una immagine di Aldo è come rendersi conto, in maniera lampante, che ogni linea, ogni inclinazione, ogni sovrapposizione, si possa piegare e appoggiare alla volontà di un occhio fotografico e di un'abilità compositiva fuori dal comune. E così deformazioni prospettiche che si poggiano su una chirurgica simmetria centrale, punti di fuga che conducono lo sguardo repentinamente verso l'infinito, sono elementi unici delle visioni ad ampio respiro. Così come lo sono i componenti più piccoli, ripresi molto più da vicino, come metalliche chiavi inglesi, corrimano, panchine che si stagliano su pavimenti in legno, profili di ponti e scale: ogni cosa, ogni curva, ogni segmento è osservato, studiato, e solo alla fine intrappolato in una struttura complessiva che riesce a strappare applausi ed approvazioni, anche in chi non mastica molto questo genere di foto così rigorosa e formale.
Visioni particolari di spazi inusuali, rampe di scale, aperture verso l'alto, spigoli di edifici, strutture che riprese da determinate prospettive diventano altri oggetti, estraniandosi dalla loro realtà, sono il 'quid' che contraddistingue un autore, e un genere fotografico, che poggiandosi su tanto rigore e su invidiabili scelte cromatiche, ormai sono la firma inconfondibile di un abile ladro di immagini della realtà più nascosta, sebben più esposta agli sguardi di tutti, che forse non sappiamo osservare con tanta arguta attenzione.
Con Stima,
ZioMauri29